In questo mio periodo sabbatico ho riscoperto l'importanza delle candele che siano esse in paraffina, soia o in cera d'api.
Ovviamente più esse sono in cera biologica più saranno gradite all'Universo e migliori saranno i risultati in eventuali incantesimi o richieste.
Per chi, come me, ha difficoltà di movimento inutile dire che non è semplicissimo farsele da sé le candele ma vuoi mettere la soddisfazione una volta create?
Esse si impregnano di energie completamente differenti e più personali che una volta che bruciano rilasciano nell'aria e non serve metterle a caricare perché sono già cariche delle intenzioni per cui sono state create.
Quella che vedete in foto è una candela in cera di soia blu/viola che userò la notte di Capodanno per un rituale di apristrade.
C'è un tipo di cera però che sto amando particolarmente ed è quella d'api ma essendo molto costosa la uso davvero con molta parsimonia e solo per occasioni "speciali".
Questa estate ho visto con occhi diversi le api 🐝 che venivano sul mio balcone e ho cercato di non ucciderle perché le vedevo non solo come fonte di rinnovamento per il nostro ecosistema ma come rifornitori primari delle mie candele "speciali" quelle che uso per i ringraziamenti o per richeste particolari.
Il numero di api che popolano un singolo alveare varia in base alla stagione. Durante il periodo invernale sono circa 10-20 mila quelle che si stringono tra loro per superare l’inverno. Con l’arrivo della primavera e la stagione di raccolta, la popolazione dell’alveare comincia a crescere fino a raggiungere il massimo dell’espansione durante la piena estate di circa 90.000 api. Ogni arnia ospita una sola ape regina. La sua dimensione è maggiore rispetto alle altre api. L’ape regina è l’unica feconda e nutrita, diversamente dalle altre, con pappa reale. Essa può raggiungere anche i 5 anni di vita, durante i quali ha un solo compito: quello di procreare. I maschi, o fuchi, sono di dimensioni inferiori alla regina, anche se più grandi delle api operaie. Anche loro hanno una sola funzione: fecondare la regina, incapaci persino di nutrirsi. Il fuco che feconda la regina muore subito dopo l’accoppiamento, mentre gli altri sono scacciati o lasciati morire di fame....la natura a volte ha delle "regole" davvero rigide incomprensibili a noi poveri comuni esseri mortali ma troppe domande none le pongo e se una cosa accade un buon motivo c'è. Dio (inteso come colui che genera tutte le cose quindi l'Universo creatore) è grande e ha una sua logica che non voglio assolutamente sindacare.
Ma torniamo a noi...anzi alle 🐝🐝🍯🌻
Le api operaie sono di piccole dimensioni e hanno una vita media di circa 4 settimane, anche se in inverno possono raggiungere anche i 3 o 6 mesi.
Alle api operaie è assegnato il compito della produzione del miele, la loro vita è scandita da fasi precise:
Dal 4° giorno di vita le larve femmine, destinate a diventare operaie, sono nutrite solo con miele.
La loro prima occupazione appena mature è la pulizia delle celle con la propoli, sostanza antisettica da esse prodotta.
Diventano poi nutrici alimentando, tra le altre, quelle larve che esse prescelgono come future regine, con la sola pappa reale e che producono per mezzo delle ghiandole faringee, trasformando il nettare portato dalle api bottinatrici.
Dal 13° giorno di vita l’apparato digerente dell’ape operaia si completa ed essa avrà il compito della produzione del miele, sempre elaborando nettare e polline raccolti dalle bottinatrici, passandoli di bocca in bocca fino alla completa trasformazione.
Parte del miele e del polline sarà consumata per il sostentamento corrente, mentre una parte è invece conservata nelle cellette, che chiuderanno con uno strato di cera e che servirà per alimentare le larve in periodi di carestia.
L’ape operaia prepara la cera tramite le ghiandole addominali e costruisce i favi, costituiti da cellette esagonali, dove la regina depone le uova e dove conserva miele e polline.
L’ape operaia, con il battito vorticoso delle sue ali, ventila il miele immagazzinato per ridurre la quantità d’acqua, evitando così la fermentazione.
Al 18° giorno l’ape operaia diviene guardiana e il suo veleno diventa più virulento per difendere la porta dell’alveare.
Dal 21° giorno in poi l’ambiente oltre l’alveare, per un raggio di 3 km, diventerà il suo campo di lavoro.
Per gli ultimi 20/30 giorni di vita l’ape, divenuta bottinatrice, affronterà un faticosissimo lavoro di andirivieni tra i fiori e l’alveare per produrre miele, polline e pappa reale.
Le api, per produrre la cera, consumano una quantità di miele che, per il rapporto in peso, oscilla dalle otto alle dieci volte: per un chilo di cera prodotta, diciamo che grosso modo si nutriranno di ben nove chili di miele. E per arrivare a produrre la cera, che avvieranno dopo la prima settimana di vita, mangeranno molto polline, che ricco di aminoacidi, vitamine e fattori bioattivi, servirà loro da stimolo per la maturazione delle otto ghiandole cerarie. Ma non la produrranno per tutta la loro vita, poiché alla fine della terza settimana da adulta, inizieranno a volare fuori per bottinare nettare, polline e resine. E la cera non sarà uguale, come composizione, dai primi giorni fino all’ultima scaglia emessa. Per chi ha una certa sensibilità verso gli animali, basta questa visione per comprendere anche il solo valore biologico della cera.
Nella parola “cero” è esplicito in italiano il significato della sua origine; anche in arabo candela (šama) ha letteralmente il significato di cera, tanto l’associazione tra il prodotto delle api e la candela è stretto nel ricordo di tempi passati. La fiamma della candela è un piccolo sole che allontana il buio della “notte”. Il legame poi dell’ape al Sole, alla Luce Bianca (candela da “candida”), sia essa visibile e non, la ritroviamo nelle decorazioni del cero pasquale, dove piccole api sono delicatamente dipinte a mano; anche lo stesso profumo, quando non prevalgono altre profumazioni di oli essenziali mescolati alla cera (incenso e mirra).
Il caldo profumo mielato della cera d’api delle candele dona una nota solare vera rispetto alle montagne di candele, puramente di origine sintetica, profumate (anche della stessa origine) in vendita nei grandissimi centri commerciali.
Ovviamente le candele che compriamo all'ingrosso nei centri commerciali sono tutte di origine sintetica e con profumazioni chimiche che, per carità, se non si hanno soldo da poter spendere vanno benissimo ma non è di certo la stessa cosa.
Nei tempi remoti, gli antichi egizi ritenevano che le api fossero nate dalle lacrime di Ra, il Dio Sole. Quando le sue lacrime caddero a terra, vennero trasformate in api che costruirono arnie e produssero miele. Ciò fece sì che la Cera d'Api venisse onorata come sacra e che le candele fatte con la Cera d'Api venissero usate unicamente dai capi spirituali.
In seguito, i greci antichi ritenevano che le api fossero nate spontaneamente da cadaveri animali, e che perciò simboleggiassero la resurrezione e la rinascita.
Le Api erano venerate in quanto sacre messaggere che portavano le preghiere dalla Terra al Cielo. Ogni cosa creata da queste sacre creature, come il miele o la cera, era considerata un dono degli dei.
Negli insegnamenti cinesi del Feng Shui, le candele di cera d'api portano in una stanza l'energia (ch'i) del fuoco, cosa che si ritiene alimenti la passione e l'espressività.
In ebraico, la parola che indica l'ape, "Dbure", ha origine dal termine "Dbr", ossia discorso, e perciò, tra i primi credenti ebrei, le api simboleggiavano l'eloquenza e l'intelligenza. La Torah afferma: "Lo spirito dell'uomo è la candela del Signore".
Più di recente, nella tradizione cristiana, l'alveare simboleggiava le celle dei monasteri dove i monaci vivevano e lavoravano. Le api erano spesso un simbolo di Cristo, con il loro miele e pungiglione a rappresentare la sua misericordia e giustizia. Una leggenda popolare afferma che le api ronzavano alla vigilia di Natale per onorare Gesù alla sua nascita.
In quanto operaie dell'alveare, le api sono una industriosa e prospera comunità governata dall'ape regina. Ciò portò i francesi a usare le api per simboleggiare tutto ciò che è regale e imperiale. Napoleone I usò il motivo dell'ape sulle sue vesti dell'Incoronazione e sui tappeti del palazzo reale.
Ai giorni nostri, tra i più comuni rituali c'è l'accendere le candele per pregare, per ricordare i defunti, per celebrare l'Avvento o l'ebraico Hanukkah, e per illuminare le icone sacre.
Le candele in cera d’api non sono solo simboli di tradizione e spiritualità, ma anche esempi di sostenibilità. La produzione di queste candele naturali non richiede gli stessi processi industriali come quelle sintetiche, riducendo, così, l’impatto ambientale.
In America Latina, le comunità indigene producono candele in cera d’api come parte della loro tradizione artigianale. Un modo per preservare le antiche tecniche.
Regalare candele in cera d’api durante il Natale è un gesto di rispetto per la natura, per le tradizioni e di condivisione di valori universali di pace e speranza.
Inoltre, oggi sono molto decorative. Tra le forme più amate ci sono le candele a colonna, a spirale e a forma di fiore mentre tra quelle natalizie l’albero o abete, la stella ed il presepe. Io amo molto le classiche a stilo o candelotto tanto che ho comprato una formina in silicone con cui creo le mie candele.
Ieri, girando per i mercatini, sono stata attirata da un profumo di 🍯 miele pazzesco che ho seguito tipo Jerry (il topo di Tom &Jerry) quando segue volando l'odore del formaggio. Per la prima volta in vita mia non ho battuto ciglio al prezzo delle candele perché ho consapevolezza di ciò che ho comprato...dietro quella candela c'è una vita intera delle api 🐝🐝🐝 e tanta tanta fatica della mano umana che ringrazierò nel momento in cui la userò.
Da qui, dalle candele naturali e fatte a mano ricomincia il mio percorso.