La cucina della strega
Per la rubrica La_strega_del_focolare_in_cucina vi propongo una ricettina semplice semplice che si usava nel medioevo per accompagnare la carne alla griglia.
Ma...ovviamente...io vi aiuterò a rendere questa salsa un po' speciale soprattutto se siete costretti a dover cenare con persone a voi poco gradite.
Quante volte ci è capitato di dover conviviare per forza con persone a noi poco gradite? E quante volte ci siamo sentiti "appesantiti" da quel pasto e da quella perdona che proprio non riusciamo a digerire?
A me, vi assicuro, è successo più di una volta e ho sempre pensato al modo di fuggire da quel pasto indigesto; a volte si può fuggire altre volte purtroppo no. Allora che fare? Creare una salsa che ci protegga e ci schermi da quegli occhi che sentiamo troppo addosso per mille motivi.
Questa salsa potrà essere usata sia solo da noi per proteggerci che anche dagli altri per schermare qualsiasi malelingua varia ed eventuale.
Di base ha due ingredienti molto importanti per l'occorrenza: *l'aceto e *il pepe nero.
L'aceto va a distruggere gli influssi negativi che ci vengono spediti e il pepe nero esorcizza l'ambiente e quindi rimanda indietro il tutto; insieme faranno in modo di non fare più incontrare a tavola noi e quella persona indigesta.
Essa può essere preparata con qualche giorno di anticipo e può essere messa in un barattolo di vetro grande se verrà usata da tutti e in uno piccolo se dovremo portarla in borsa con noi e usarla solo noi.
Allora...pronti per andare davanti ai fornelli? Andiamo!
INGREDIENTI: una fetta di pane casareccio anche vecchia di qualche giorno perché in casa di una strega non si butta via mai nulla, 2 cucchiaini di aceto-meglio se di mele- diluito in acqua, 1/4 di cucchiaio di pepe nero macinato, 1/4 di zenzero macinato (lo zenzero dà quel tono fresco e piccante alla salsa ma se non vi piace potete sostituirlo con un pizzichino di aglio in polvere...poco mi raccomando...va beh che è scaccia diavolo ma rischieremmo di non poterci avvicinare a nessuno noi...altro che 🙊), un bastoncino di incenso del profumo che più ci piace.
PROCEDIMENTO: come prima cosa accendiamo l'incenso e raccogliamo tutti insieme i nostri ingredienti e benediciamo lo imponendo le mani. Io mi rivolgerò alla Dea del grano e dell'agricoltura: Demetra.
O Demetra, benedici questi alimenti
che sulla mia tavola son presenti.
Porgi su di me la tua attenzione
e crea negli occhi malevoli distrazione
così che io e chi ne mangia sia invisibile
e il suo attacco sia fragile.
Con questa salsa nera tutto il male vado a pulire e allontanare
e con (nome della persona sgradita) mai più andrò a pasteggiare.
Come in alto così in basso
Come dentro così fuori
Ciò che voglio
Così sia!!!
✝️Fate un segno di croce a bracci uguali sul tutto.
Tagliare il pane a cubetti piccoli e metterlo in una padella calda arrostendolo il più possibile fino a farlo diventare molto scuro.
Metterlo a bagno nell'aceto fin quando non si disfa del tutto.
Schiacciate con la forchetta e aggiungere le spezie. Rimettere sul fuoco e portare ad ebollizione a fiamma molto bassa.
Cuocere rimestando con un cucchiaio di legno finché non si addensi. Salate con sale benedetto (quello che usate per i rituali). Se volete una salsa più omogenea passatela al setaccio.
Far raffreddare e mettere in un vasetto.
Ringraziare e congedate la Dea.
Questa salsa è ottima per accompagnare carni in particolar modo cotte alla brace ma anche con un bollito è buona. Non so come sia con il pesce ma credo sia troppo forte per un sapore così delicato come è il pesce...ma voi...provate e poi mi dite😉.
Se volete regalarla invece vi consiglio di accendere una piccola tealight benedetta sopra il tappo ripetendo l'orazione.
Che dire...che siate benedetti e...Buon Appetito! 🤗
giovedì 14 novembre 2019
martedì 12 novembre 2019
Trovare un lavoro
Credo che al giorno di oggi avere un lavoro sia fondamentale per iniziare ad avere una stabilità. Senza un lavoro non si può vivere e non si possono fare progetti. Senza lavoro non si può comprare nulla... né una casa né tantomeno il cibo.
A volte nonostante ci impegniamo non riusciamo proprio a trovarne uno che sia stabile e che faccia al caso nostro. È come se la nostra strada fosse sempre bloccata da qualcosa. Allora cosa fare?
Intanto continuare a cercare e poi aiutandoci con un incantesimo.
L'incantesimo che segue è per "chiamate verso di noi" il lavoro dei nostri sogni.
Periodo: va eseguito un mercoledì di luna crescente.
OCCORRENTE: una candela blu che rappresenti il lavoro, una candela bianca che rappresenti voi, una candela nera che rappresenti i blocchi, un foglio di carta tagliato a triangolo isoscele su cui andrà disegnato o scritto il desiderio, un foglietto di carta che si possa bruciare, colori, inchiostro blu, olio da unzione alla menta, noce moscata, camomilla, zenzero, alcool o aceto.
PROCEDIMENTO: innanzitutto prepariamo le candele pulendole da influssi energetici negativi usando un batuffolo di cotone imbevuto di alcool o di aceto. Fatto ciò stringiamo le nostre candele tra le mani caricandole di tutta l'energia possibile.
Incidiamo le nostre candele come segue:
Bianca ➡️scrivere i nostri dati e NUOVO LAVORO
Blu➡️il nome del lavoro che vogliamo e il simbolo della divinità che invochiamo.
Nera➡️sblocco, apertura e un lucchetto aperto.
Su un foglietto scrivere il desiderio con inchiostro blu, ripeterlo ad alta voce per 3 volte e poi bruciarlo.
In un mortaio mischiare tutte le erbe con la cenere del foglietto con tre gocce di olio alla menta caricando la polvere magica con energia positiva per nuovi sbocchi.
Ungere le candele e passarle nel mix.
Sul foglio tagliato a triangolo isoscele disegnate il nuovo lavoro che volete o fate un collage che rappresenti quel lavoro. Ungere il triangolo con olio alla menta ai vertici partendo dalla punta e in senso orario alla base.
Posizionate il triangolo sul piatto da altare, alla punta va la candela blu, in basso a sinistra la candela nera e a destra la candela bianca.
Accendere le candele partendo dalla nera olio bianca e infine blu e dire:
Oh Ecate ed Hermes che dei cancelli siete padroni e avete le chiavi di essi
aprite a me tutti gli accessi.
Ogni blocco che mi chiude il varco andate ad eliminare
e tutte le catene spezzare
Così che io più non abbia
impedimenti che mi tengono in gabbia.
Oh Ermes, con Ecate mia signora,
vi invoco perché un nuovo lavoro la mia vita migliora.
[Indicare il tipo di lavoro]
I cancelli delle nuove opportunità da ora si spalancano
e i miei guadagni finalmente crescono.
Come in alto
Così in basso
Questa è la mia volontà
e ciò che vi chiedo presto sarà.
Lasciate consumare le candele e recitate l'orazione per 9 giorni consecutivi.
Al nono giorno disfarsi dei resti e tenere il triangolo dove sia visibile ogni giorno.
A lavoro ottenuto bruciare il triangolo e con le ceneri del foglio ricoprire una candela bianca in ringraziamento alle divinità che ci hanno aiutato oppure fare un quadretto con quel triangolo e accendere di tanto in tanto una candela bianca in ringraziamento.
A volte nonostante ci impegniamo non riusciamo proprio a trovarne uno che sia stabile e che faccia al caso nostro. È come se la nostra strada fosse sempre bloccata da qualcosa. Allora cosa fare?
Intanto continuare a cercare e poi aiutandoci con un incantesimo.
L'incantesimo che segue è per "chiamate verso di noi" il lavoro dei nostri sogni.
Periodo: va eseguito un mercoledì di luna crescente.
OCCORRENTE: una candela blu che rappresenti il lavoro, una candela bianca che rappresenti voi, una candela nera che rappresenti i blocchi, un foglio di carta tagliato a triangolo isoscele su cui andrà disegnato o scritto il desiderio, un foglietto di carta che si possa bruciare, colori, inchiostro blu, olio da unzione alla menta, noce moscata, camomilla, zenzero, alcool o aceto.
PROCEDIMENTO: innanzitutto prepariamo le candele pulendole da influssi energetici negativi usando un batuffolo di cotone imbevuto di alcool o di aceto. Fatto ciò stringiamo le nostre candele tra le mani caricandole di tutta l'energia possibile.
Incidiamo le nostre candele come segue:
Bianca ➡️scrivere i nostri dati e NUOVO LAVORO
Blu➡️il nome del lavoro che vogliamo e il simbolo della divinità che invochiamo.
Nera➡️sblocco, apertura e un lucchetto aperto.
Su un foglietto scrivere il desiderio con inchiostro blu, ripeterlo ad alta voce per 3 volte e poi bruciarlo.
In un mortaio mischiare tutte le erbe con la cenere del foglietto con tre gocce di olio alla menta caricando la polvere magica con energia positiva per nuovi sbocchi.
Ungere le candele e passarle nel mix.
Sul foglio tagliato a triangolo isoscele disegnate il nuovo lavoro che volete o fate un collage che rappresenti quel lavoro. Ungere il triangolo con olio alla menta ai vertici partendo dalla punta e in senso orario alla base.
Posizionate il triangolo sul piatto da altare, alla punta va la candela blu, in basso a sinistra la candela nera e a destra la candela bianca.
Accendere le candele partendo dalla nera olio bianca e infine blu e dire:
Oh Ecate ed Hermes che dei cancelli siete padroni e avete le chiavi di essi
aprite a me tutti gli accessi.
Ogni blocco che mi chiude il varco andate ad eliminare
e tutte le catene spezzare
Così che io più non abbia
impedimenti che mi tengono in gabbia.
Oh Ermes, con Ecate mia signora,
vi invoco perché un nuovo lavoro la mia vita migliora.
[Indicare il tipo di lavoro]
I cancelli delle nuove opportunità da ora si spalancano
e i miei guadagni finalmente crescono.
Come in alto
Così in basso
Questa è la mia volontà
e ciò che vi chiedo presto sarà.
Lasciate consumare le candele e recitate l'orazione per 9 giorni consecutivi.
Al nono giorno disfarsi dei resti e tenere il triangolo dove sia visibile ogni giorno.
A lavoro ottenuto bruciare il triangolo e con le ceneri del foglio ricoprire una candela bianca in ringraziamento alle divinità che ci hanno aiutato oppure fare un quadretto con quel triangolo e accendere di tanto in tanto una candela bianca in ringraziamento.
martedì 5 novembre 2019
Storia della cucina medievale
Cucina e Magia
Fin dalle elementari quando si parlava di Medioevo mi si rizzavano le antenne e la mia attenzione aumentava del 1000%. Mentre studiavamo questo periodo storico che dura per oltre mille anni, mi immaginavo e mi immergevo in quella vita sia nobiliare che popolana.
Il Medioevo è un periodo storico che ha portato mille invenzioni ma che ha quei "sapori" che oggigiorno si sono un po' persi e spesso ne vado alla ricerca con i miei piccoli esperimenti culinari.
In casa mia non mancano né libri di cucina (mio padre è un cuoco, mia suocera adorava cucinare quindi leggeva tanto) né libri di magia e a volte cerco di unirli con piatti particolari fatti di quel piccolo ingrediente che fa la differenza.
Ma a me piace fare le cose per bene per cui mi sono documentata su come si viveva e si mangiava al tempo del Medioevo anche perché la mia dispensa sembra davvero essersi fermata a quel tempo...con molto orgoglio direi!😜
Il Medioevo è un periodo storico che ha portato mille invenzioni ma che ha quei "sapori" che oggigiorno si sono un po' persi e spesso ne vado alla ricerca con i miei piccoli esperimenti culinari.
In casa mia non mancano né libri di cucina (mio padre è un cuoco, mia suocera adorava cucinare quindi leggeva tanto) né libri di magia e a volte cerco di unirli con piatti particolari fatti di quel piccolo ingrediente che fa la differenza.
Ma a me piace fare le cose per bene per cui mi sono documentata su come si viveva e si mangiava al tempo del Medioevo anche perché la mia dispensa sembra davvero essersi fermata a quel tempo...con molto orgoglio direi!😜
Fino all’incirca all’anno mille l’alimentazione medievale è rimasta la stessa dell’epoca romana, per questo molte ricette medievali possono essere prese dal De Re Coquinaria di Apicio. In seguito tramite gli Arabi sono arrivate a noi degli alimenti nuovi quali potevano essere lo zucchero di canna, le mandorle, il riso, i gelsi, le melanzane.
I ricettari medievali risalgono tutti al periodo rinascimentale e hanno numerose differenze rispetto a quelli che usiamo oggi. Nella cucina medievale i ricettari usavano elencare solo gli alimenti da utilizzare senza le quantità e le temperature, mentre i tempi di cottura erano scanditi da preghiere...e qui entra in gioco la strega che è in me e dentro una ricetta ci butto un incantesimo usando o una spezia o un'erba particolare accendendo una candela.
Durante il Medioevo era importante sapere cosa mangiare per la buona salute e la dieta giornaliera cambiava se si era cavalieri o stallieri.
Ippocrate diceva:
Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo
Con il fiorire delle prime arti mediche, anche la tavola dei nostri antenati cambiò.
La cucina medievale veniva costruita dividendo il corpo in 4 umori, corrispondenti a 4 liquidi che sono contenuti nel nostro corpo.
(4...non vi fa venire in mente nulla? Vi dice niente i 4 Elementi della Magia?!)
I ricettari medievali risalgono tutti al periodo rinascimentale e hanno numerose differenze rispetto a quelli che usiamo oggi. Nella cucina medievale i ricettari usavano elencare solo gli alimenti da utilizzare senza le quantità e le temperature, mentre i tempi di cottura erano scanditi da preghiere...e qui entra in gioco la strega che è in me e dentro una ricetta ci butto un incantesimo usando o una spezia o un'erba particolare accendendo una candela.
Durante il Medioevo era importante sapere cosa mangiare per la buona salute e la dieta giornaliera cambiava se si era cavalieri o stallieri.
Ippocrate diceva:
Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo
Con il fiorire delle prime arti mediche, anche la tavola dei nostri antenati cambiò.
La cucina medievale veniva costruita dividendo il corpo in 4 umori, corrispondenti a 4 liquidi che sono contenuti nel nostro corpo.
(4...non vi fa venire in mente nulla? Vi dice niente i 4 Elementi della Magia?!)
In base allo stato di salute veniva costruito un piano alimentare adeguato.
Gli umori erano 4, come gli elementi:
Gli umori erano 4, come gli elementi:
il fuoco → la bile, gialla del fegato, calda e secca;
l’aria → come il sangue del cuore, calda e umida;
l’acqua → come la flemma del cervello, fredda e umida;
la terra → come la bile nera della milza fredda e secca.
la terra → come la bile nera della milza fredda e secca.
A questi quattro umori corrispondevano quattro stati d’animo:
*collerico,
*sanguigno,
* flemmatico
*melanconico.
Un loro sbilanciamento faceva sentire male il corpo. E questo è un po' anche il pensiero del Reiki. La scuola medica, ad esempio, consigliava di bere birra se si voleva agevolare la diuresi ed il vino bianco rispetto al rosso, che invece io adoro, era considerato troppo forte.
Il cibo doveva essere molto sminuzzato per essere digerito in maniera più veloce e doveva essere ingerito in ordine di peso, altrimenti andava in putrefazione nel corpo. Era necessario avere sia un aperitivo che un digestivo, entrambi a base di erba e frutta usate a seconda del loro utilizzo medico....e magico, aggiungo io.
I cibi dovevano essere sempre umidi perché umida è la natura del corpo umano.
C’erano cibi umidi o secchi e freddi o caldi e rispettivi metodi di cottura. Per esempio il maiale era caldo e umido e si poteva arrostire, mentre il vitello era caldo e secco e andava bollito.
*collerico,
*sanguigno,
* flemmatico
*melanconico.
Un loro sbilanciamento faceva sentire male il corpo. E questo è un po' anche il pensiero del Reiki. La scuola medica, ad esempio, consigliava di bere birra se si voleva agevolare la diuresi ed il vino bianco rispetto al rosso, che invece io adoro, era considerato troppo forte.
Il cibo doveva essere molto sminuzzato per essere digerito in maniera più veloce e doveva essere ingerito in ordine di peso, altrimenti andava in putrefazione nel corpo. Era necessario avere sia un aperitivo che un digestivo, entrambi a base di erba e frutta usate a seconda del loro utilizzo medico....e magico, aggiungo io.
I cibi dovevano essere sempre umidi perché umida è la natura del corpo umano.
C’erano cibi umidi o secchi e freddi o caldi e rispettivi metodi di cottura. Per esempio il maiale era caldo e umido e si poteva arrostire, mentre il vitello era caldo e secco e andava bollito.
Contrariamente a quanto si possa pensare il galateo a tavola, sia elle famiglie abbienti che non, era molto importante.
Si mangiava seduti a tavola, non più coricati come in epoca romana, le posate si usavano solo per tagliare il cibo che quindi veniva servito in portate già porzionate davanti agli invitati, che si servivano da soli riempiendo dei piatti commestibili fatti di pane. Si mangiava con le mani e si usavano dei bicchieri in comune,⏩ da qui nasce l’abitudine di pulirsi la bocca prima di bere.⏪...magari non sgridiamo troppo i nostri figli se continuano a voler mangiare con le mani...stanno semplicemente portando avanti vecchie tradizioni 😂.
Tra una portata e l’altra ci si sciacquava le mani. Quindi a tavola c’erano delle scodelle d’acqua e delle tovaglie di lino. Le posate venivano usate solamente nell’impero d’Oriente.
Visto che quando si mangiava ci si sporcava molto, le donne mangiavano separate dagli uomini per mantenere una certa immagine di purezza.
I bicchieri erano di terracotta o di vetro, di pregio maggiore, per usi goliardici si usava il corno potario, retaggio delle antiche usanze barbariche.
Fin dall'epoca romana esisteva già il cibo cotto da altri venduto in strada ed era venduto per persone che non avevano tempo di cucinare perché lavoravano.
Ricordiamo che in epoca medievale una zuppa poteva essere pronta non prima di tre/quattro ore di cottura; per il maiale ce ne volevano minimo 6...il fuoco ha i suoi tempi e in cucina come in magia non bisogna mai aver fretta ma essere pazienti ma alcuni di questo lungo tempo non me disponevano.
Per conservare gli alimenti o si scava una cantina fredda dove poter mettere del ghiaccio oppure si salavano o affumicavano gli alimenti o si preparavano marmellate. I monasteri avevano molti ambienti destinati alla lavorazione degli alimenti, sia per il proprio sostentamento, sia per poterlo vendere esternamente.
Si mangiava nelle sale da pranzo e le cucine di solito erano o in un angolo della sala da pranzo o al piano interrato.
Non esistevano i ristoranti per cui ognuno mangiava in casa propria. Solo dopo la rivoluzione francese iniziarono a nascere i primi luoghi di aggregazione culinaria in quanto i cuochi dei nobili rimasero senza lavoro e iniziarono a lavorare in proprio.
In età romana il grano era l’alimento principale della popolazione...ironia del destino io oggi ne sono allergica!
L'’impero si preoccupava di seminarne in grande quantità in Sicilia e in Egitto e lo importava a Roma e nel resto del territorio. I cereali si consumavano non solo panificati ma soprattutto in forma di zuppe e polente. Col frazionamento geografico ciò venne meno e si creò un’economia di sussistenza: pane e zuppe continuarono ad essere la base dell’alimentazione ma si consumavano i cereali disponibili localmente, quali la segale, il miglio e l’avena, grano e farro diventarono alimenti più nobili.
La pasta era nota già dall’epoca romana, ma fino al Rinascimento si consumò avvolta dentro pizze rustiche (mia zia faceva una pizza ripiena di pasta che era la fine del mondo). Volendo ironizzare sull’alimentazione dell’epoca si può dire che i vegani non sono nati oggi ma già esistevano all’epoca. Erano i ceti sociali più poveri a non potersi permettere carne, formaggi e derivati. Verdura e legumi erano così alla base dell’alimentazione medievale.
Tutti i cibi provenienti dal continente americano, come patate-fagioli-pomodori, non esistevano per cui si cucinava molto spesso "in bianco" o con spezie orientali che coloravano le zuppe e gli alimenti dell'epoca.
Il pesce era per i poveri mentre la carne per i ricchi eccetto nei periodi di digiuno religioso. Raro il vitello, il pollo di uso comune ma non si usava spesso e del maiale si usava soprattutto il grasso perché l'olio di oliva non sempre era disponibile ed era molto costoso. Di carne ne facevano largo uso soprattutto i ricchi tanto che spesso soffrivano di gotta chiamata all'epoca "la malattia dei Re".
Il latte non veniva bevuto sia perché considerato solo alimento per i bambini ma soprattutto perché ci si nutrivano i Barbari, sia perché non si conservava bene. Molto utilizzati invece erano i formaggi: furono i monasteri dell’epoca a creare il parmigiano, il brie e la mozzarella usando le bufale che i longobardi trafugarono agli arabi dopo averli sconfitti sul Garigliano.
Molte delle ricette medievali si sono perse ma nei monasteri ancora si usa qualche accorgimento di cottura dell'epoca.
I latticini essendo di derivazione animale non si usavano in tempi di Quaresima e spesso si usava il latte di mandorla alla base di molte creme infatti. Si faceva naturalmente un grande uso di erbe aromatiche e spezie, di derivazione orientale e costose, sia per conservare il cibo sia per dare ostentazione di ricchezza.
Una pianta molto usata in epoca medievale è il rafano, una radice della stessa famiglia del wasabi usato per il sushi.
La cucina medievale non prevedeva l’uso del dolce, poiché c’era una fusione continua tra il dolce ed il salato. Questo è rimasto ancora oggi in alcune ricette regionali. In Campania si prepara ad esempio la pizza di scarola che può prevedere l’uso dell’uva passa o le sarde in saor del Veneto che usa uva passa e pinoli con cipolla caramellata.
I barbari portarono il sidro, il vino fatto con le mele, e ci fu un riutilizzo della birra. L’uso del vino tipico delle popolazioni mediterranee fu preso nell’eucarestia. Un contadino medievale con un terreno collinare poteva coltivare vigneti e quindi bere vino. Chi invece aveva appezzamenti di terreno in pianura coltivava cereali, con cui produceva invece birra.
Di questi capolavori culinari, perché tali li reputo, ne sono pieni i dipinti e in quasi in ogni regione italiana c'è almeno una rievocazione storica in cui ci si può immergere in un tempo che fu e quando posso cerco di non farmela mancare.
Ovviamente da strega quale sono cerco sempre di mettere un po' di magia nei miei piatti e l'ingrediente che non manca mai né nel dolce che nel salato è quello che rende ogni piatto buonissimo: l'Amore.
Ricordatevi che i piatti ne risentono molto dei vostri stati d'animo e se sarete in una giornata no di sicuro anche il vostro cavallo di battaglia verrà una schifezza per cui quando vi avvicinate ai fornelli siate innanzitutto grati per quello che gli dèi vi hanno concesso di poter mangiare e non rovinatelo con la rabbia o il disprezzo.
Se proprio non ci riuscite...un bel panino aggiusta le cose!
Si mangiava seduti a tavola, non più coricati come in epoca romana, le posate si usavano solo per tagliare il cibo che quindi veniva servito in portate già porzionate davanti agli invitati, che si servivano da soli riempiendo dei piatti commestibili fatti di pane. Si mangiava con le mani e si usavano dei bicchieri in comune,⏩ da qui nasce l’abitudine di pulirsi la bocca prima di bere.⏪...magari non sgridiamo troppo i nostri figli se continuano a voler mangiare con le mani...stanno semplicemente portando avanti vecchie tradizioni 😂.
Tra una portata e l’altra ci si sciacquava le mani. Quindi a tavola c’erano delle scodelle d’acqua e delle tovaglie di lino. Le posate venivano usate solamente nell’impero d’Oriente.
Visto che quando si mangiava ci si sporcava molto, le donne mangiavano separate dagli uomini per mantenere una certa immagine di purezza.
I bicchieri erano di terracotta o di vetro, di pregio maggiore, per usi goliardici si usava il corno potario, retaggio delle antiche usanze barbariche.
Fin dall'epoca romana esisteva già il cibo cotto da altri venduto in strada ed era venduto per persone che non avevano tempo di cucinare perché lavoravano.
Ricordiamo che in epoca medievale una zuppa poteva essere pronta non prima di tre/quattro ore di cottura; per il maiale ce ne volevano minimo 6...il fuoco ha i suoi tempi e in cucina come in magia non bisogna mai aver fretta ma essere pazienti ma alcuni di questo lungo tempo non me disponevano.
Per conservare gli alimenti o si scava una cantina fredda dove poter mettere del ghiaccio oppure si salavano o affumicavano gli alimenti o si preparavano marmellate. I monasteri avevano molti ambienti destinati alla lavorazione degli alimenti, sia per il proprio sostentamento, sia per poterlo vendere esternamente.
Si mangiava nelle sale da pranzo e le cucine di solito erano o in un angolo della sala da pranzo o al piano interrato.
Non esistevano i ristoranti per cui ognuno mangiava in casa propria. Solo dopo la rivoluzione francese iniziarono a nascere i primi luoghi di aggregazione culinaria in quanto i cuochi dei nobili rimasero senza lavoro e iniziarono a lavorare in proprio.
In età romana il grano era l’alimento principale della popolazione...ironia del destino io oggi ne sono allergica!
L'’impero si preoccupava di seminarne in grande quantità in Sicilia e in Egitto e lo importava a Roma e nel resto del territorio. I cereali si consumavano non solo panificati ma soprattutto in forma di zuppe e polente. Col frazionamento geografico ciò venne meno e si creò un’economia di sussistenza: pane e zuppe continuarono ad essere la base dell’alimentazione ma si consumavano i cereali disponibili localmente, quali la segale, il miglio e l’avena, grano e farro diventarono alimenti più nobili.
La pasta era nota già dall’epoca romana, ma fino al Rinascimento si consumò avvolta dentro pizze rustiche (mia zia faceva una pizza ripiena di pasta che era la fine del mondo). Volendo ironizzare sull’alimentazione dell’epoca si può dire che i vegani non sono nati oggi ma già esistevano all’epoca. Erano i ceti sociali più poveri a non potersi permettere carne, formaggi e derivati. Verdura e legumi erano così alla base dell’alimentazione medievale.
Tutti i cibi provenienti dal continente americano, come patate-fagioli-pomodori, non esistevano per cui si cucinava molto spesso "in bianco" o con spezie orientali che coloravano le zuppe e gli alimenti dell'epoca.
Il pesce era per i poveri mentre la carne per i ricchi eccetto nei periodi di digiuno religioso. Raro il vitello, il pollo di uso comune ma non si usava spesso e del maiale si usava soprattutto il grasso perché l'olio di oliva non sempre era disponibile ed era molto costoso. Di carne ne facevano largo uso soprattutto i ricchi tanto che spesso soffrivano di gotta chiamata all'epoca "la malattia dei Re".
Il latte non veniva bevuto sia perché considerato solo alimento per i bambini ma soprattutto perché ci si nutrivano i Barbari, sia perché non si conservava bene. Molto utilizzati invece erano i formaggi: furono i monasteri dell’epoca a creare il parmigiano, il brie e la mozzarella usando le bufale che i longobardi trafugarono agli arabi dopo averli sconfitti sul Garigliano.
Molte delle ricette medievali si sono perse ma nei monasteri ancora si usa qualche accorgimento di cottura dell'epoca.
I latticini essendo di derivazione animale non si usavano in tempi di Quaresima e spesso si usava il latte di mandorla alla base di molte creme infatti. Si faceva naturalmente un grande uso di erbe aromatiche e spezie, di derivazione orientale e costose, sia per conservare il cibo sia per dare ostentazione di ricchezza.
Una pianta molto usata in epoca medievale è il rafano, una radice della stessa famiglia del wasabi usato per il sushi.
La cucina medievale non prevedeva l’uso del dolce, poiché c’era una fusione continua tra il dolce ed il salato. Questo è rimasto ancora oggi in alcune ricette regionali. In Campania si prepara ad esempio la pizza di scarola che può prevedere l’uso dell’uva passa o le sarde in saor del Veneto che usa uva passa e pinoli con cipolla caramellata.
I barbari portarono il sidro, il vino fatto con le mele, e ci fu un riutilizzo della birra. L’uso del vino tipico delle popolazioni mediterranee fu preso nell’eucarestia. Un contadino medievale con un terreno collinare poteva coltivare vigneti e quindi bere vino. Chi invece aveva appezzamenti di terreno in pianura coltivava cereali, con cui produceva invece birra.
Di questi capolavori culinari, perché tali li reputo, ne sono pieni i dipinti e in quasi in ogni regione italiana c'è almeno una rievocazione storica in cui ci si può immergere in un tempo che fu e quando posso cerco di non farmela mancare.
Ovviamente da strega quale sono cerco sempre di mettere un po' di magia nei miei piatti e l'ingrediente che non manca mai né nel dolce che nel salato è quello che rende ogni piatto buonissimo: l'Amore.
Ricordatevi che i piatti ne risentono molto dei vostri stati d'animo e se sarete in una giornata no di sicuro anche il vostro cavallo di battaglia verrà una schifezza per cui quando vi avvicinate ai fornelli siate innanzitutto grati per quello che gli dèi vi hanno concesso di poter mangiare e non rovinatelo con la rabbia o il disprezzo.
Se proprio non ci riuscite...un bel panino aggiusta le cose!
Iscriviti a:
Post (Atom)
Incantesimo per la guarigione della propria Aura
Augurandovi buone feste, spero che questo video vi sia gradito. È un incantesimo per guarire la propria Aura personale e per proteggerla da...
-
Ad un certo punto della tua vita ti rendi conto che sei attratto dal soprannaturale. Vedi un film che parla di magia di streghe e maghi e ...
-
Ho parlato di "Rituale" e non di incantesimo perché questo lo potete fare più volte allo stesso modo e quando c'è qualcosa, ...
-
La morte è un evento naturale e ciclico a cui nessuno può sfuggire...nonostante essa sia dolorosa per chi rimane spettatore inerme, la mo...